Wednesday, August 28, 2013

Il grande problema della sofistica


#4.

Il maggior problema introdotto dalla sofistica è quello di ammettere la compossibilità di ogni discorso (molti logoi contrastanti invece di un unico logos) e, dunque, far entrare astuzia, paralogismi, hybris nel mondo del pensare filosofico, invece di ammettere come possibile, come vuole Platone, solo il discorso buono da cui deriva, con il sapere arcaico, come non sia la logica l’elemento determinante del discorso, ma l’etica o, per meglio dire, il suo τέλος. Il vero che dipende dalla sola argomentazione razionale diviene succube della retorica e non sovrano rispetto al tempo e alle cose.

Dall’impostazione sofistica provengono poi anche quelle interpretazioni aurorali composte da un assordante ammontare di parole vuote ingannevolmente concatenate che tanto affascinano i facitori di ipsissima verba. Oggi siamo poi anche affetti da un cartesianesimo volgare e banalizzante in cui si parla di “moduli” applicati dall’istruzione, alla scienza o al marketing di lucidalabbra. Allo stesso modo secondo cui la nozione cartesiana di automaton è stata estesa agli uomini quando si crede che essi siano solo un insieme di impulsi chimico-elettrici. Banalità così radicali non avrebbero mai attecchito sulle menti precise e ben preparate dell’epoca antica.

(Sergio Caldarella, Appunto # 4)

Tuesday, August 27, 2013

L’errore sociale più grande

 

# 3.

L’errore sociale più grande è oggi quello di insistere nel continuare a chiamarsi “società” pur non essendolo più da tempo.
 
(Sergio Caldarella, Appunto # 3)

Monday, August 26, 2013

L’Universo di Gödel


 
# 2.

La rotazione delle galassie non è uniforme e questo, piuttosto che negare l’ipotesi di rotazione dell’universo di Gödel, evidenzia solo la geometria complessa dell’universo.

 (Sergio Caldarella, Appunto # 2)

Sunday, August 25, 2013

L’uomo è ancora fatto per l’uomo?


#1.

I meccanismi del dominio hanno una storia antichissima. Forse prima della storia non c’era dominio, ma questa non può che essere una supposizione che sostiene la speranza che vi sia stato un tempo in cui la nostra specie non sia stata quella brutale marmaglia di rozzi lanzichenecchi in cui si è trasformata nel tempo.

L’idea che l’uomo possa un giorno scoprire nuovi mondi è in sé perturbante perché, come la storia insegna, sappiamo già che egli porterà verso quei nuovi mondi quella stessa meschina mentalità di conquista e dominio, la sua superbia e arroganza, la povera piccolezza e barbarie che, dagli inizi della storia, ha fatto grandi i peggiori tra noi. La domanda fondamentale che persino molti grandi pensatori hanno fatto di tutto per evitare è se l’homo detto sapiens, ma che sarebbe meglio dire insipiens, sia o meno redimibile.

Ci sarebbe poi anche da chiedersi perché il benessere materiale riduce l’individuo nella condizione umanamente miserabile come quella in cui versa l’uomo contemporaneo.

 
(Sergio Caldarella, Appunto #1)