Saturday, December 28, 2013

La scienza e la vita



# 11.


Edmund Husserl, nel suo ultimo scritto Die Krisis der europäischen Wissenschaften und die transzendentale Phänomenologie (trad it. La crisi delle scienze europee e la fenomenologia trascendentale: introduzione alla filosofia fenomenologica, Il Saggiatore, 1961), tema sul quale pare abbia lavorato dal 1934 almeno fino al 1937, l’anno prima della sua morte, mette in discussione il modello di scienza occidentale che, sulla strada dell’efficienza, ha ormai smarrito la ricerca del giusto. In altre parole si potrebbe dire che questa scienza ha in sostanza ha dimenticato Platone e la tradizione greca antica. In particolare Husserl critica l’oggettivismo che ha ingollato la Lebensbedeutsamkeit, il significato per la vita e, dunque, la crisi della scienza si presenta come il prodotto della «riduzione positivista dell’idea di scienza a mera scienza fattuale. La “crisi” della scienza come perdita del suo significato per la vita» (§2).


(Sergio Caldarella, Appunto # 11. © 2013)

Thursday, December 5, 2013

Distracted from distraction by distraction


# 10.


Parlano sempre di quello che credono gli piaccia o non piaccia, credendo che la diversità dei gusti sia anche una diversità dello spirito. Riescono a cianciare instancabilmente per ore ed ore: “adoro il rosso, non mi piace il verde, le mele mi fanno schifo e le pesche le mangerei anche di notte...” e pensano che l’esistenza sia tutta lì, nel rosso, il verde, le mele e il decotto di prugne. E invece si tratta solo solo dell’ennesima povertà intellettuale e spirituale che vuol porre, ancora una volta, il mondo intero sotto la sua miserrima cappa. Quest’uomo dalla faccia e dal cuore stravolti è l’homo novus: “Distracted from distraction by distraction”  (T.S. Eliot, Four Quartets) che non si è ancora accorto che un’epoca è già terminata e non con un boato come si aspettavano o volevano alcuni, ma scivolando lentamente in un mondo nuovo in cui l’uomo è stato trasformato in una modesta epitome di se stesso, una copia carbone di un modello deciso a tavolino da quattro furboni; un’epoca triste e terribile in cui guai a non volere le stesse cose che tutti vogliono, guai a non diventare figli della stereotipia che promette felicità e produce il suo contrario (vedi “I giovani infelici” nelle Lettere Luterane di Pasolini). In The Hollow Men (“We are the hollow men / We are the stuffed men / Leaning together / Headpiece filled with straw...”, 1925) T.S. Eliot scriveva che il mondo non finirà con un boato, ma con un piagnucolio, Not with a bang but a whimper, e l’epoca nuova, confermando quella profezia, non ha prodotto alcun boato, ma si sta invece esaurendo in uno straziante squittio di nulla.


(Sergio Caldarella, Appunto # 10. © 2013)

Tuesday, December 3, 2013

Fare i conti con la storia


# 9.

Nietzsche aveva profondamente ragione quando scriveva che non abbiamo fatto i conti con la storia, anzi, la nostra società, proprio perché vuol caparbiamente continuare sulla via dell’oppressione e della sopraffazione dell’uomo sull’uomo, si muove proprio nella direzione opposta a qualunque possibilità di fare i conti con la storia. 

 
(Sergio Caldarella, Appunto # 9. © 2013)