# 10.
Parlano sempre di
quello che credono gli piaccia o non piaccia, credendo che la diversità dei
gusti sia anche una diversità dello spirito. Riescono a cianciare instancabilmente
per ore ed ore: “adoro il rosso, non mi piace il verde, le mele mi fanno
schifo e le pesche le mangerei anche di notte...” e pensano che
l’esistenza sia tutta lì, nel rosso, il verde, le mele e il decotto di prugne.
E invece si tratta solo solo dell’ennesima povertà intellettuale e spirituale
che vuol porre, ancora una volta, il mondo intero sotto la sua miserrima cappa.
Quest’uomo dalla faccia e dal cuore stravolti è l’homo novus: “Distracted from distraction by distraction” (T.S. Eliot, Four Quartets) che non si è ancora accorto che un’epoca è già
terminata e non con un boato come si aspettavano o volevano alcuni, ma
scivolando lentamente in un mondo nuovo in cui l’uomo è stato trasformato in una modesta epitome di se stesso, una copia carbone di un
modello deciso a tavolino da quattro furboni; un’epoca triste e terribile in cui
guai a non volere le stesse cose che tutti vogliono, guai a non diventare figli
della stereotipia che promette felicità e produce il suo contrario (vedi “I
giovani infelici” nelle Lettere Luterane
di Pasolini). In The Hollow Men (“We
are the hollow men / We are the stuffed men / Leaning together / Headpiece
filled with straw...”, 1925) T.S. Eliot scriveva che il mondo non finirà con un
boato, ma con un piagnucolio, Not with a
bang but a whimper, e l’epoca nuova, confermando quella profezia, non ha
prodotto alcun boato, ma si sta invece esaurendo in uno straziante squittio di
nulla.
(Sergio Caldarella, Appunto #
10. © 2013)