Thursday, December 5, 2013

Distracted from distraction by distraction


# 10.


Parlano sempre di quello che credono gli piaccia o non piaccia, credendo che la diversità dei gusti sia anche una diversità dello spirito. Riescono a cianciare instancabilmente per ore ed ore: “adoro il rosso, non mi piace il verde, le mele mi fanno schifo e le pesche le mangerei anche di notte...” e pensano che l’esistenza sia tutta lì, nel rosso, il verde, le mele e il decotto di prugne. E invece si tratta solo solo dell’ennesima povertà intellettuale e spirituale che vuol porre, ancora una volta, il mondo intero sotto la sua miserrima cappa. Quest’uomo dalla faccia e dal cuore stravolti è l’homo novus: “Distracted from distraction by distraction”  (T.S. Eliot, Four Quartets) che non si è ancora accorto che un’epoca è già terminata e non con un boato come si aspettavano o volevano alcuni, ma scivolando lentamente in un mondo nuovo in cui l’uomo è stato trasformato in una modesta epitome di se stesso, una copia carbone di un modello deciso a tavolino da quattro furboni; un’epoca triste e terribile in cui guai a non volere le stesse cose che tutti vogliono, guai a non diventare figli della stereotipia che promette felicità e produce il suo contrario (vedi “I giovani infelici” nelle Lettere Luterane di Pasolini). In The Hollow Men (“We are the hollow men / We are the stuffed men / Leaning together / Headpiece filled with straw...”, 1925) T.S. Eliot scriveva che il mondo non finirà con un boato, ma con un piagnucolio, Not with a bang but a whimper, e l’epoca nuova, confermando quella profezia, non ha prodotto alcun boato, ma si sta invece esaurendo in uno straziante squittio di nulla.


(Sergio Caldarella, Appunto # 10. © 2013)